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sabato 24 settembre 2022

~ Riflessioni di PΛTHOΣ — Un Istante d'Eternità~


 Χαίρετε.
● Questo è un articolo diverso dagli altri, più personale e intimo, come una sorta di contenitore delle mie riflessioni, in modo che non vadano perdute, battute sulla tastiera ed impresse in maniera virtuale, in questo bellissimo, diversificato ed immenso mondo del web. Insomma, potremmo definirlo una sorta di diario virtuale, un raccoglitore delle cronache del mio pensiero. Lo faccio anche perché non ho mai avuto l'abitudine di scrivere su un diario vero, nonostante ci abbia pensato molte volte durante la mia vita — forse non l'ho mai fatto per pigrizia nel dover scrivere e poi acquistare molti diari, che si sarebbero accumulati nel tempo e poi tristemente rovinati o perduti.
Quando avrò voglia e mi sentirò di farlo (non penso tutti i giorni), aggiornerò questo mio articolo/diario personale con nuovi pensieri e con le date riportate accanto, condividendo ciò che mi passa per la testa e che reputo all'altezza di essere impresso in questo spazio virtuale e personale.

Da Pathos è tutto... ma non troppo; del pensiero tutto ciò che scriverò qui è il frutto; sarà un articolo potenzialmente lungo, purtroppo.



   ~  P R O Ǝ M I O  ~

E il fu all'immortal principio dell'eternità, echi di luce l'Eterno addusse;
   vuolsi giacché all'anima nel reo cammino il Giudizio s'adempia.
Ah, la vie  la vita... che innumerevole ed inarrivabile mosaico di eventi e istanti. Mai alcuna nostra parola potrebbe neanche lontanamente enunciare e scorgere il cammin di tale via, squassata da fulgidi e passeggeri attimi immersi nell'immortal infinità, in una goccia che attraversa ogni tempo e che lascia dietro di sé tutti i figli mortali e astanti; ciò che è stato fu e ciò che sarà che sia.
~ Tutto era già passato e già vissuto; e tutto doveva ancora accadere. Giacché noi tutti viviamo attraverso un istante d'eternità. ~



— I) 24 settembre 2022 —

○ Questa è la prima riflessione che scrivo su questo mio articolo, dunque devo cominciare come si deve.

Ad essere sincero, una cosa che mi fa troppo ridere a pensarci, che mi fa pensare a quanto sia buffo e pure a quanto sia fatto male il mondo virtuale di YouTube (poiché io penso sempre, anche a più cose insieme, ed amo farlo), è la seguente, sulla quale voglio spendere qualche parola in merito, sperando non troppe. Se io mi fossi adattato, non dicendo mai quello che pensavo davvero e tenendo lontano dal mio canale il Cristianesimo e le questioni collegate ad esso, magari buttandomi pure sulla “guraggine” — LOL! — e scrivendo parole false soltanto per farmi bello e per accaparrare più views ed iscritti, mi sarei ritrovato con un canale falso e guidato dal solo desiderio di ottenere visibilità e magari anche qualche entrata, mentendo e ottenendo così un finto seguito numeroso di persone (finto poiché la qualità è sempre meglio della quantità; poiché con una folla di idioti intorno a te è come se tu stessi da solo), come accade con vari guru noti. Per me non esisterebbe sconfitta peggiore, perché sarebbe mentire, adattarsi ed essere come gli altri, smettendo di essere me stesso. In pratica: mentire agli altri, impegnarsi per ottenere un guadagno e tenere nascosto ciò che si pensa è la chiave per ottenere il successo. Che cosa misera, disgustosa e folle. Dopotutto, la società è basata sulla menzogna, sullo sfruttamento degli altri e sull'apparenza.
Per quanto mi riguarda, l'apparenza è demenza: è la stolta caratteristica di chi guarda all'estetica e non alla sostanza.
Viva la diversità, l'originalità, la rinuncia alla ricompensa e l'avversità alla normalità e all'adattamento, con una forte e pura ribellione che ti guida.
Quanto è bello gettare via un qualcosa a cui tutti terrebbero e per il quale darebbero ogni cosa pur di averlo, anche vendendosi; si tratta di una cosa che amo e che mi diverte pure. Quanto è bello anche farsi nemico chi odia il bene e l'altruismo, combattendolo in ogni modo: dal più fine ed impercettibile fino a quello più duro, sconfiggendolo e prevalendo su di esso.
Adattarsi, mentire e vendersi? Mai. Non funziona così con me, poiché io faccio e disfaccio, creo e distruggo, ottengo e getto via tutto quello che voglio quando voglio. Questo perché sono io che decido e guido la mia vita, sempre. Io scelgo e decido, ottengo e abbandono, aiuto e combatto. Amo ottenere qualcosa e poi disfarmene, non diventando schiavo di essa oppure diventando troppo fissato con essa, con ogni cosa: ciò che creo, in ogni campo; amicizie (varie, sia nella vita reale che sul web); amori (l'ultimo sin da luglio circa); etc. Cose come la fama, la gloria e altro non sono mai abbastanza per me e le getto via quando voglio, perché sono fatto così. Cerco un qualcosa che va oltre e che non risiede nel mondo. Nemmeno tutte le misere ricchezze del mondo, che per me non hanno alcun valore e che regalerei agli altri se le avessi, oppure tutta la fama ed il successo di questo mondo sarebbero un qualcosa da tenere per me, senza separarmene. Quanto mi piace essere in questo modo e non cambiare mai, andando avanti e seguendo il mio modo di vivere e pensare, sempre.
Mi ricordo quando, sin da bambino, parenti, amici e insegnati mi dicevano che avevo delle grandi potenzialità e che mi sarebbe bastato soltanto sfruttarle. Non ne ho bisogno, poiché io decido e non sono schiavo di esse. Avrei dovuto utilizzarle per arricchirmi e diventare come gli altri, ottenendo il premio e diventando così il cane che lo rincorre e che si sforza per conquistarlo? No, grazie. So benissimo cosa so fare e non sento affatto il desiderio né il bisogno di dimostrarlo per il guadagno oppure per la fama. Sono cose senza valore per me. Dimostrerò chi sono a Dio e lo servirò sempre, al meglio.
Getta via la spada e abbandona la gloria, perfino se l'avessi conquistata tutta quanta. Questo è essere davvero forti e scegliere di propria volontà, non sottomettendosi a nulla, neppure al qualcosa per il quale hai strenuamente lottato e che hai sempre desiderato. L'ottieni, lo vinci e poi lo getti via, senza diventarne schiavo.
Avrò tanti difetti e sembrerò anche un folle e una persona veramente cattiva oppure strana (la cosa mi diverte e ammetto che delle volte sono tentato dal parlare con un linguaggio altolocato, pure per prendere in giro e pungere, salvo poi contenermi e utilizzare parole semplici e non troppo dotte, glissando questa mia natura), tuttavia il mio pregio più grande è dire sempre ciò che penso, combattere per la verità e aiutare chi è in difficoltà; poiché la disuguaglianza, l'inganno, la normalità imposta e mediocre, la povertà e soprattutto il voler mentire a sé stessi e agli altri li odio con tutto me stesso e li combatterò sempre. Preferisco un criminale sincero, che mi dica ciò che pensi realmente, piuttosto che un finto buono, che odia le finte opere buone che fa, perché le fa per un fine e non mosso dal desiderio sincero di farle: una cosa orribile e schifosa, per quanto mi riguarda. Gli opportunisti, i falsi, gli schiavi per debolezza e chi odia Cristo e il Suo popolo saranno sempre i miei peggiori nemici.
Quanto è bello dire ciò che si pensa e fregarsene, pure se questo ti condurrebbe a farti nemico il mondo intero. Questo è Pathos.
Una delle cose che mi ha insegnato la vita è la seguente: per sconfiggere la paura, devi diventare tu stesso la paura, così saprai incutere il vero terrore a chiunque. Non importa quale sia il tuo aspetto, pure se dovessi essere soltanto un ragazzo, dato che basterà il tuo sguardo e la tua invincibile intenzione a far capire chi sei realmente e a incutere terrore agli altri: a chi fa del male ed è nemico della vita. È un piacere spaventare, combattere, sconfiggere e schiacciare chi fa il male e ama farlo.
La gloria, la ricchezza e la fama sono vane e destinate a perdersi e svanire come la sabbia che ti scivola via tra le dita: prima ce l'hai e poi ti scivola via, portata via dal vento. Soltanto la vera gloria nello spirito è eterna e di reale valore, la quale non potrà mai essere compresa da chi è figlio del mondo ed è lontano da Dio; giacché Dio stesso gli avrà inculcato nella mente l'idea che tutto ciò non esiste, con una potenza d'inganno. È il Signore che sceglie e guida i propri figli, sin dal principio, secondo il Suo disegno perfetto, che mostrerà a tutti il bene e il male.
Viva il bene, la bontà, l'amore, l'altruismo, l'empatia, la purezza, la ragione, la giustizia, l'audacia, lo stoicismo e l'epicità.
L'unico che non abbandonerò mai, che amerò e seguirò sempre è il Padre, nessun altro; poiché io esisto grazie a Lui. Tutto il resto, alla fine, non ha valore ed è sacrificabile, senza rimpianti; tutto il resto è aria e polvere.
Infine, beato chi ha il dono della sintesi. Ahimè, io non ce l'ho. Almeno stavolta non ho abusato del corsivo e del grassetto. Ah, ah, ah!

~ End of the reflection; pathos restored ~
   ~ Ho un tornado nel mio cuore; ho un oceano nella mia anima 

○ Con l'evoluzione della società è emerso anche il concetto di ciò che chiamiamo moda, insieme al desiderio di apparire (particolarmente affermato e diffuso oggigiorno), svuotando il nostro essere ed abbellendo la vana e vuota facciata che caratterizza la nostra estetica, la quale sfiorirà e decadrà inesorabilmente con il passare del tempo. Che cosa triste ma allo stesso tempo così divertente da contemplare, tenendosi a distanza ed osservandola con curiosità, assistendo alla sua follia, alla sua stranezza e alla sua viltà. Tutto ciò non è altro che un ennesimo figlio dell'adattamento alla maggioranza, della codardia e dell'ignoranza; poiché gli uomini sono infinitamente malleabili ed amano le catene che essi stessi si creano e che poi accettano, le quali assumono finanche la forma delle mode e dell'apparenza. Dopotutto, uno schiavo felice e ignorante sarà sempre uno schiavo eterno e succube, e mai riuscirà ad uscire da quella caverna di Platone che lo blocca e che gli impedisce di vedere come stanno davvero le cose, insieme a ciò che ha davvero valore. Egli si cullerà sempre nella familiare e comoda illusione nella quale è cresciuto; non prenderà mai coscienza né acquisirà la forza necessaria a combattere e a distruggere quelle catene che lo tengono imprigionato, nella quali per troppo tempo è rimasto cullato e assopito, mentalmente spento e bloccato.
C'est la vie...

Alla fine è meglio non pensarci più di tanto, anche perché ciò non cambierà soltanto pensandoci e non agendo.
Qualche volta è meglio uscire, fare quello che ci fa di fare, ascoltare la musica, amare qualcuno e riempire le giornate con qualche attività, variando e mai fossilizzandosi su un qualcosa.

   Un altro giorno nella vita

○ A chi leggerà questo mio primo paragrafo o capitolo del mio pensiero, infine, domando questo, concludendo con una domanda che reputo profonda: è meglio vivere per racchiudere tutta la propria esistenza in un diamante fatto attimo, di valore assoluto e ineguagliabile, afferrandolo nell'eternità e facendolo proprio, oppure vivere godendosi i piaceri derivati dagli istinti e dalla monotona mediocrità e consuetudine che caratterizzano la vita?

La risposta alla mia domanda tenetevela per voi e rispondetevi in modo sincero, intimo e soli con voi stessi, nell'animo.


Giacché, sicché, poiché: quesiti e bisogni colmi di curiosità ci visitano in continuazione e caratterizzano la nostra quotidianità; si immergono in quell'abissale e recondito desiderio di ricerca e di sapere, toccando così i più profondi abissi del sé, nell'interiore infinità. E un grido interno ci pervade, contraddistinto da un'insaziabile curiosità.
Ma perché? Per quale motivo? Tu lo sai, fratello? Io lo so, che di ciò ti scrivo? No. Dopotutto, ognuno può formulare una sua interpretazione; tuttavia, malgrado ciò, non si giungerà mai ad una risposta esauriente, la quale riesca a soddisfare tale bisogno; tale anfratto mentale che cerca un qualcosa in grado di riempire le sue voragini, nato e sviluppatosi progressivamente da una forte e sincera intenzione.

Affinché, fuorché, acciocché: indecifrabili misteri ed enigmatici quesiti si intrecciano fra di loro e tessono perennemente la tela interiore del sé.

Tutto questo, in definitiva, si sublima in un semplice e riassuntivo: perché?
— I L S É —

Delle volte, mi diverto troppo a scrivere roba in rima e a farmi due risate. I versi mi vengono in mente di getto, molte volte senza nemmeno pensarci, come mi accade sin da ragazzino.
Il tempo ce lo dirà; la rima fluirà e la metrica continuerà; vuolsi così colà.



— II) 25 settembre 2022 

○ Mi è tornata alla mente, dopo diversi giorni dalla sua morte (avvenuta il 14 settembre 2022), lei, Irene Papas:


Questa è una sua fotografia che ho modificato e migliorato tramite il programma Topaz Gigapixel AI, in grado di migliorare grazie all'intelligenza artificiale le fotografie a bassa risoluzione. Si tratta di un ottimo programma ed è molto utile, a mio parere.

Leggere della sua morte è stata una brutta notizia per me.
Irene Papas — nata con il nome di Irene Lelekou era una donna molto bella, piena di fascino, colta e validissima nel campo della recitazione; è stata probabilmente la più grande attrice greca mai esistita e la Penelope dell'Odissea per antonomasia nel cinema. La cito:

Per sfortuna o per fortuna, io non ho amato mai la scuola. I maestri forniscono un modello che uno imita. Io ho imparato sempre guardando le persone che dicono la verità. Loro possono aiutarmi. Questa è la mia idea di teatro: non si deve recitare, si deve essere. Si deve fare un lavoro, delle ricerche, allora un attore può creare un personaggio, non recitarlo. C'è molta differenza fra una persona che recita e una persona che non recita ma parla semplicemente. Quando una persona in teatro dice la verità, il popolo  il pubblico  la segue. E questo facevano anche gli antichi greci: assistevano allo spettacolo e la gente percepiva il messaggio del testo. I maestri, i maestri… i maestri possono fare solo del male non del bene, perché hanno un'opinione già precisa; hanno una maniera già precisa. Io credo che una scuola  alle persone che vogliono conoscere la verità  dovrebbe mettere in mano le chiavi per schiuderne la porta e non spiegare com'è secondo loro. A me se mi dicono come devo parlare è finita. Molti registi dicono: «Tu devi dire una battuta come la dico io». Non posso: l'attrice sono io, non sono loro.

Mi è dispiaciuto per la sua morte. Da ragazza ella era affascinante e davvero bella e attraente, secondo me. Se l'avessi conosciuta di persona, probabilmente mi sarei innamorato di una donna così. Apprezzai molto la sua interpretazione nel film I cannoni di Navarone (1961), uno dei miei films preferiti, con Gregory Peck e Anthony Quinn. Lo consiglio molto, perché si tratta di un validissimo ed un ottimo film di guerra e d'avventura, tra i migliori mai realizzati. Per me che amo la Grecia e mi piacciono molto le pellicole sulla seconda guerra mondiale è un invito a nozze. Una delle scene del film che mi piacquero molto fu questa, come una sorta di tregua nelle vicende mostrate e un modo per rinfrancare lo spirito: https://www.youtube.com/watch?v=kOaPyOGP1gQ
Complimenti al regista per questo grandissimo film. Nella scena che lo linkato si respira la cultura greca e la bellezza di quel bellissimo paese, la Grecia, ricco di storia, bellezza e fascino.
Ascoltando quella bella canzone greca — si chiama Yalo Yalo / Γιαλό γιαλό / Mare — e vedendo la fotografia di Irene da giovane, un po' mi commuovo. Appena la vidi mi tornò in mente proprio quella scena di quel film dove lei recitò e mi dispiacque ancora di più per la sua morte, perché si trattava del suo paese natio e della sua cultura.

Riposa in pace, Irene, grande e preziosa donna; ti ricorderò nei miei pensieri e spero che Dio ti accolga.


○ Molte volte penso e rifletto in merito all'eternità e alla grande lotta tra la ragione e la follia: un tema che caratterizza spesso i miei pensieri, da molti anni, anche quando ero un ateo convinto, prima di conoscere Dio e la Bibbia.

Per quanto mi riguarda, i deboli, gli arresi e gli eterni sconfitti hanno paura dell'eternità, la negano e la considerano inesistente, soltanto perché non la si può vedere — come se l'essere fosse relegato ai soli cinque sensi. Essi si accontentano di una vita limitata e destinata a finire, nella materialità e nella mediocre consuetudine del vizio e del normale vissuto, poiché non hanno la forza di far parte dell'immenso e dell'eterno, della grandezza. Mai accetterebbero l'idea che il Vero è eterno e che tutto proviene da Dio. Dunque, nella loro mente, essi si crogiolano in favole già ampiamente demolite come l'evoluzione e l'idea nichilista ed assolutamente sbagliata che il bene ed il male non esistono, quando finanche loro stessi amano ciò che è bello e rifiutano quello che non ha valore per la maggioranza — per esempio: essi preferirebbero trovare una borsa piena di soldi per terra, piuttosto che un sacchetto pieno di chicchi d'uva e noccioli di qualche frutto mangiato, oppure un sacchetto pieno di feci di cane. È un bel modo per dimostrare tutta la propria incoerenza e codardia, mentendo a sé stessi, pur sapendo bene che esistono il bene ed il male, il bello ed il brutto, ciò che ha valore e ciò che non lo ha ed è futile, negando, tuttavia, ciò che non gli fa comodo, perché più forte di loro, estraneo a loro e impossibile da accettare da loro stessi: Dio, la morale e tutto ciò che è positivo e conta davvero, soprattutto l'idea di dover rendere conto delle proprie azioni a qualcuno, senza alcuno scampo. Io amo questo e sono estremamente felice che sia così, in modo che nulla vada perduto e che tutti sappiano; in modo da non avere scuse e non poter dire di non sapere; in modo da condannare chi fa il male e odia la vita, insieme al Suo Creatore.
Per esempio: soltanto un folle e un criminale accetterebbe che nel mondo vi siano dei bambini uccisi e che muoiono di stenti, senza che poi gli venga resa giustizia e che possano riottenere quella loro vita perduta ingiustamente. Ecco perché chi è così va combattuto e spazzato via dalla faccia della terra: cosa che farà Dio alla fine, rendendo in maniera perfetta la giustizia a tutti, secondo le loro opere compiute in vita; giacché la fede senza le opere è morta e vana. Il bene deve prevalere e regnare per sempre, annientando e cancellando tutto ciò che è male, negativo, dannoso, corrotto, marcio, folle, falso e contro la vita.
Le bestie si lasciano andare agli istinti e non governano il loro corpo, senza alcun raziocinio, né disciplina, né amor proprio, distruggendosi attraverso vizi dannosi e lasciando che siano il desiderio e il vizio a comandarli, sottomettendosi così ad essi. L'uomo forte, invece, vince su tutto questo e sa decidere e comandare; sa creare e distruggere quando vuole, ottenere e gettare via ogni cosa, soprattutto ciò che non ha valore ed è figlio della superbia, dell'apparenza, della lussuria e della materialità, destinata a decadere e a scomparire.
Siamo uomini creati da Dio, non animali “evoluti”. L'idea di affermare che l'uomo sia soltanto un animale evoluto e senza valore, comporta l'accettazione di ogni forma di abominio, di vizio e di aberrazione contro la vita, soprattutto l'idea di giustificare ogni propria azione e di negare l'esistenza del bene e del male. Morte a tutto questo.
Per me non esiste la libertà di agire in modo sbagliato e fare del male al prossimo, soprattutto per noia, per piacere, per ego e per volontà di sottomettere e prevalere sugli altri. Chiunque la pensi in questo modo va combattuto e annientato, punito per ciò che ha fatto e per il male che ha causato.
Viva la vita, la giustizia, l'amore, la verità, la virtù e il Padre, benedetto ed eterno nei secoli dei secoli. Amen.

A volte, la mia mente parte di colpo e si solleva; prende la forma di un'aquila di color smeraldo e vola libera nei meandri dell'essere, tra paesaggi mai visti e sognati, attraverso un profondo mare di emozioni. Delle volte, pensando a quello, come sottofondo, che posso ascoltarlo in maniera quasi reale nella mente, come se lo ascoltassi davvero, c'è questa magnifica parte di questo pezzo che amo e che apprezzai particolarmente durante le mie ricerche musicali: https://youtu.be/ROlss-Zq43A?t=178
Ho rimosso la voce dalla canzone, perché questo è uno dei miei passatempi preferiti. Mi piace rimuovere la voce dalle canzoni che amo e che considero di valore, avendo così delle versioni strumentali di esse, in modo da evidenziarne la parte compositiva ed il suono degli strumenti musicali.

Rivedo quel lontano oceano dal quale venni e mi riunisco ad esso, come se la stessa eternità di colpo si fermasse; come se l'anima stessa si elevasse e poi rinascesse.
Ho sempre amato mischiare la musica che ascolto, che ricordo o che creo nella mia mente con i ricordi, con le sensazioni e con ciò che mi circonda, creando un mix personale di ciò e uno scorcio prezioso all'interno del mio vissuto; l'ho sempre fatto, fin da bambino.

~  S O U L  O F  T H E  S Ξ Λ  ~


Questa è una versione modificata da me della famosa Gioconda di Leonardo da Vinci. Ho voluto condividerla, restando in tema riguardo al mare.
Se vi interessa, trovate la versione originale e ingrandita dell'immagine sul mio profilo artistico di DeviantArt (si chiama Kasus Pathos sul sito).

È tempo di uscire; è meglio amare, piuttosto che restare da soli e nel profondo morire, abbandonando il sentimento e lasciandolo assopire.



○ Infine, nel periodo autunnale, in quello invernale ed anche in quello primaverile, delle volte, amo gustarmi il tè verde e fermarmi a pensare, contemplando la vita e ciò che mi passa per la mente, tra ricordi ed emozioni, ricordandomi di questo dolce brano di pregevole fattura che scoprii molti anni fa, dal titolo Green Tea (1970): 

Mi ricordo che, in quella parte del pezzo, il dolce e malinconico flauto di Mickey Curtis mi commesse la prima volta che lo ascoltai (fu un piacere per me scoprire questo album raro e di pregevole fattura, non conosciuto e non apprezzato quanto meriterebbe), insieme a quel meraviglioso basso di Testu Yamauchi, uno dei massimi bassisti giapponesi della storia, forse il più grande in assoluto.
Da evidenziare è anche il capolavoro dell'album, Four Seasons, grandissimo pezzo, creativo e granitico, diviso in quattro parti (la mia preferita è la terza, l'autunno), come le stagioni dell'anno.

If I was at home I'd brew some green tea...
   Sprolling on a straw mat with my green tea...
      Think my better thoughts on green tea...

Esattamente come faccio io quando lo bevo, pensando ai miei migliori pensieri, in pace.
Il finale del pezzo lo considero una delle cose più titaniche ed epiche che abbia mai ascoltato, sia per lo stile che per la sua sonorità unica. Il testo è questo:

   “What is wrong... and who will come to me...
    The earth grows cold... and scornful of our seed...”

Fino al giorno in cui il mondo intero non sarà cambiato e il nostro cammino nella vita non sarà compiuto.

Su questo pezzo creai un mio video cut personale, che ho caricato sul mio secondo canale musicale:

Mi piacque l'idea di accostarlo alla ricerca del fiore perfetto e raro, così partii da questo pensiero nella sua realizzazione.
Mi piacciono molto i fiori di ciliegio; mi danno quiete, pace e mi fanno riflettere in positivo, esattamente come mi piace ricercare la musica ricercata, di valore e di nicchia. Amo pure il Giappone, la loro cultura e i samurai.
C'è così tanta bellezza nel mondo; basterebbe ricercarla, apprezzarla, condividerla con gli altri e impiegare parte del proprio tempo per preservarla ed anche ampliarla con opere nostre, invece di farci la guerra, litigare e agire contro il prossimo. Molti non lo capiranno mai. D'altronde, come dico spesso, c'est la vie.

Amate la vita, pensate, fermatevi a riflettere e gustatevi sempre ogni momento di valore che riuscite a scorgere e che giunge da voi in questo nostro cammino nell'esistenza.

~ Alla mia prossima pagina;
   la mente crea, assorbe, sublima, riflette, ricorda e immagina;
      essa l'essere guida e domina ~



— III) 26 settembre 2022 —

○ Continuano a tornarmi in mente quelle urla spaventose, piene di rabbia, furia e dolore, che ho udito in un video che ho trovato sul web, del quale non sono sicuro al 100% in merito alla sua attendibilità — diciamo all'80%, dopo averlo visto e ascoltato molte volte, con una percentuale di dubbio dettata dal mio essere sempre neutrale nelle ricerche. Onde evitare poemi e sproloqui, ci ho scritto un articolo a riguardo, dov'è linkato e spiegato tutto:

Così vi evito la fatica di leggere un papiro che non voglio che riempia tutto questo mio paragrafo quotidiano e personale.
Comunque, si tratta di un qualcosa che mi ha colpito e sul quale rifletterò, probabilmente tanto.

Ah... la maestosa, dura, inscalfibile ed incommensurabile vita, manifestata in ogni sua forma, la quale ti fa sia ribollire il sangue che gelartelo; la quale ti fortifica e ti mortifica; la quale ti dà pure ogni cosa e poi te la porta via, senza pietà e con un'ineguagliabile maestria e abilità.

○ Ripenso anche a lei, una stupenda e fin troppo rara e dotata creatura, della quale mi innamorai anni fa, e ad una sua frase che mi piacque e che mi è tornata alla mente da giorni, poiché ne parlai pure con un utente sul mio canale musicale secondario:


Questa è una thumbnail che realizzai per il suo album del 1978, 
Chō no Sumu Heya / 蝶のすむ部屋 (La Farfalla nella Stanza), al quale sono molto affezionato e ho ascoltato moltissime volte negli anni; me ne innamorai sin dal primo ascolto. È un album di una dolcezza unica, in alcuni brani, come per esempio in quello finale: Shiroi Tori. Il genere a cui appartiene l'album io lo chiamo Crystal River Jazz.

○ La sua frase in questione è la seguente, che cito:

“Since then, when I think there are people I don't know, living in a country I don't know, I get anxious. I want to go somewhere I don't know and I want to see and hear. I was a butterfly living in a room and now I want to open the door and fly out.”

Da allora, quando penso che esistano persone che non conosco, che vivono in un paese che non conosco, divento ansiosa. Voglio andare in un luogo che non conosco e voglio vedere e sentire. Ero una farfalla che viveva in una stanza e adesso voglio aprire la porta e volare via.

— Yoshiko Sai, in una sua intervista del 1979, dopo l'uscita del suo quarto album e poco prima del suo ritiro dalla scena musicale, quando era ancora una ragazza; il titolo dell'album riflette quel suo stato d'animo e ne è il fulcro: la farfalla nella stanza

La frase, oltre a piacermi per il suo profondo significato, mi colpì, perché pure io mi sentivo così, sin da ragazzino: ansioso verso le altre persone e gli altri luoghi del mondo che non conoscevo e che avrei voluto visitare, scoprire, vedere, odorare e gustare in ogni forma, ammirando i monumenti, gustando i piatti tipici e godendomi i paesaggi unici che tali paesi avevano da offrire. Soprattutto negli ultimi anni, da Cristiano, avrei voluto visitarli e andare a conoscere le persone, salutarle, abbracciarle, parlare con loro e dirgli che non sono sole e che siamo tutti collegati e uniti, nel Padre, se lo vogliamo, seppur distanti e divisi da barriere chiamate confini, in ogni modo: pure nella musica e nell'emozione che essa tramette, unendo gli artisti musicali rari e di valore, come Yoshiko Sai, alle persone che magari abitano a migliaia di km da loro, come per esempio me. Tutto ciò è meraviglioso, unico, prezioso ed anche intimo, se ci pensi. Chissà se anche altre persone ci hanno mai pensato, come Yoshiko e me, soprattutto riguardo al sentirsi ansiosi verso i luoghi che non si conoscono e che si vorrebbero visitare, volando così via dalla finestra del loro profondo ed andando in contro alla vita.


L'arte, se pura e di pregevole fattura, come la musica (una delle sue figlie più incantevoli), sa unire persone che forse non si incontreranno mai, attraverso un legame che trascende il fisico. Dopotutto, la musica, per quanto mi riguarda, è la quintessenza dell'emozione, la quale dà voce all'anima.

“L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno.”
— Pablo Picasso


○ Infine vorrei concludere questo terzo paragrafo con un mio pensiero ricercato nell'essere ed intimo.

Credo che per alcuni la vita sia il preludio a un solo e significativo momento, come se fossero nati e avessero vissuto soltanto per arrivare ad esso e viverlo, sapendolo sin dal principio, in cuor loro; essi si consegnano a quel momento fatale e infinitamente prezioso, che funge da epilogo della loro esistenza, in pace, e lasciano che avvenga.
Io vivo per quel momento e non vedo l'ora che finalmente arrivi. L'ho sempre saputo ma l'avevo soltanto dimenticato; vivendo e crescendo poi l'ho ritrovato, ed ora è di nuovo con me.

Vivere inseguendo i giorni e lasciarsi vivere, da spettatori della propria esistenza, oppure essere davvero i protagonisti della propria vita ed innalzarsi al di sopra a tutti i giorni che ci vengono concessi sin dal suo principio, sublimandoli in un solo ed eterno momento che la racchiude?

I sentimenti e le emozioni pure sono i fiori rari che sbocciano dall'animo, da un mondo che non può contemplare i comuni sensi ma che può essere soltanto sentito dentro, nel profondo.

Ah, pensare... il puro nutrimento dell'essere, il nettare del sé.



— IV) 27 settembre 2022 

○ Da giorni in me alberga in parte una grande tristezza dovuta al ritiro di questo mito vivente dello sport, Roger Federer, il più grande giocatore di tennis di tutti i tempi, per quanto mi riguarda:


Se dovessi spendere qualche parola su di lui, direi che Roger Federer era davvero sovrumano, come se fosse l'Achille del tennis, con una maestria assoluta e un'eleganza regale, unica ed ineguagliabile; è stato il tennista completo e perfetto, con un qualcosa in più che tutti gli altri non avevano. Il suo rovescio era una vera gioia per gli occhi; assumeva una posa regale e quasi danzava mentre colpiva; il suo gioco era un connubio tra genio, classe e raffinatezza.
Nel 2022, purtroppo, Federer si è infine ritirato dal tennis (a 41 anni), tuttavia ciò che ha fatto sul campo di gioco vivrà per sempre. È stato un piacere vedere giocare questo talento inarrivabile nel corso degli anni, il quale invecchiò come il buon vino — a tal proposito, ricordo la magnifica finale di Wimbledon del 2019 contro Novak Djokovic, dove Federer perse, dopo una sfida durata più di 4 ore, nonostante avesse meritato lui la vittoria, secondo me.
Non importa chi tu sia né conta quanti titoli tu abbia vinto, poiché non avrai mai la classe e l'eleganza di Federer, uniche e impareggiabili, che passeranno alla storia di questo meraviglioso sport, il tennis.

○ Cito Roger:

“È per questo che amo tanto questo sport, e che il tennis funziona così bene in televisione. Per questo è così palpitante vissuto dal vivo, perché gli stadi non sono immensi, c’è dell’atmosfera, c’è tanta gente ma è insieme intimo. Gli spettatori vedono bene i giocatori, le loro espressioni, sentono tutti i piccoli rumori; c’è questa dimensione del combattimento uno contro uno come nel pugilato, ma a distanza. Poi c’è, come nella boxe, la stretta di mano, come nel pugilato, un modo rispettoso per dire: «Bella partita, ho apprezzato che mi abbia fatto giocare bene. Grazie a te ho potuto esprimermi al meglio».

○ Ecco un video dove venne filmato il suo punto impossibile, giusto per rendersi conto di cosa era capace di fare sul campo da tennis:

Il tuo tennis unico vivrà per sempre, Roger. Non c'è mai stato un tennista come te. Grazie infinite per lo spettacolo che ci hai offerto negli anni. È stato un piacere vederti giocare e ammirare il tuo stile magistrale e impareggiabile.
Giocatori come Federer e Nadal mi hanno fatto amare il tennis, che è il mio sport preferito, perché lo considero la massima espressione dell'unione della mente e del corpo in una competizione sportiva. Per me è come gli scacchi ma giocato in prima persona e direttamente sopra alla scacchiera, dove tu sei sia il re, sia la torre, sia il cavallo, sia l'alfiere e sia il pedone che si muove, un tutt'uno, esattamente come il tuo avversario. Tutto dipende da te: dalle tue forze, dalla tua grinta, dalla tua resistenza e dalla tua abilità tattica, la quale deve essere fulminea ma allo stesso tempo riflessiva, in un lasso di tempo minimo, scegliendo la mossa giusta. Inoltre, ciò che amo del tennis è il fatto che non ci sono limiti di tempo: ogni partita è unica e può durare anche più di 5 ore (potenzialmente anche di più), diventando una vera sfida sia con il tuo avversario che con te stesso, per vedere se sei in grado di resistere così a lungo ed essere un vero vincente. Si tratta di uno sport solitario, aggressivo, competitivo al massimo e allo stesso tempo tattico, riflessivo e pieno di emozione ed epicità che  traspaiono da ogni istante, dove tu puoi fermarti un attimo, prima servire, e gustarti ogni volta quel momento dove tutto si ferma, prima di ricominciare di nuovo, per ogni punto.

“Se hai paura di perdere, non oserai vincere.  Björn Borg, uno dei più grandi giocatori di tennis di sempre

Audacia, sempre audacia, nella vita, senza alcun timore, per quanto sia e ci appaia impossibile; mossa nel cuore da un sentimento, un pathos ed un fuoco inestinguibile; supera ogni ostacolo e si innalza fiera ed invincibile.



— V) 28 settembre 2022 

○ In questo mio quinto paragrafo o capitolo personale, volevo parlare di un brutto sogno che feci mesi fa — non ricordo bene di preciso quando — e che penso valga la pena raccontare; poiché prima, vedendo per curiosità e per informarmi dei video sullo storico e famoso disastro nucleare di Černobyl', mi è tornato alla mente, oltre al fatto che lo considero di alto livello, unico e duro in sé. In questo sogno, io ero un essere senza un corpo — non ero più me stesso ma soltanto una coscienza — che vagava, come una sorta di visuale di una telecamera, per dare l'idea di ciò che ero, senza sentire nulla ma soltanto vedendo, di notte, in un mondo devastato e dove non c'era più vita: un mondo orribile che era diventato un inferno radioattivo, dopo una guerra nucleare a livello mondiale, penso, perché era completamente distrutto e non vi erano più città né nulla. In questo sogno, come sottofondo, vi era in maniera onnipresente questa magnifica soundtrack di un videogioco al quale ho giocato molto negli anni:
La considero una vera perla, tra le più belle e profonde soundtracks mai composte, a livello d'Oscar, soprattutto verso il finale, dove la storia dell'umanità lancia un ultimo grido dopo il suo capolinea, secondo me. È proprio questa la musica che amo, che mi lascia qualcosa di indelebile dentro, che mi colpisce e che può essere considerata davvero una concreta rappresentazione sonora dell'animo, secondo me.
Ecco che cosa elaborò la mia mente nel sogno, unendo quella musica che mi rimase impressa, per via della sua bellezza e per la grande atmosfera che suscitava, allo scenario orribile e apocalittico che caratterizzava ciò che sognai.

    THE FOG GETS TO YOU 

La nebbia ci prende... sì, la nebbia dell'animo, che è presente nella vita, soprattutto in noi, che ci penetra e che può portarci verso il baratro dell'essere, se non abbiamo la forza di rialzarci ed essere saldi e retti, malgrado le avversità che incontriamo nel nostro vissuto. Avrei voluto realizzarci sopra uno dei miei video riflessivi, tuttavia per ora non me la sento e non ne ho voglia, ad essere sincero. Vedrò in futuro.

○ Aggiorno. Alla fine ho cambiato idea e ci ho realizzato un video sopra, però più informativo e attuale rispetto al mio sogno:

A mio parere, ciò che sognai è un qualcosa su cui riflettere molto e che non dimenticherò, come con altri sogni che feci durante la mia vita e che porto dentro di me. Che una tale sciagura non accada mai. Sacrificherei pure me stesso per far sì che ciò non si verifichi mai; perché penso al mondo e alla sua bellezza, alle persone giuste, buone e altruiste, agli animali puri e innocenti e a tutto ciò che vi abita, per il quale vale la pena lottare e anche sacrificarsi, se necessario.
Delle volte penso che, se potessi farlo, offrirei la mia vita, facendomi giustiziare, per far sì che la guerra attuale tra Russia e Ucraina termini. Come se offrendomi e morendo potesse far cessare quello scempio che sta portando soltanto morte e che, se degenerasse ulteriormente e in maniera grave, potrebbe davvero portarci verso la fine della civiltà umana, con un conflitto nucleare. Io lo farei, per come sono fatto, in modo da aiutare davvero il mondo e fare mio quell'attimo nell'eternità. Purtroppo, la realtà è che non posso farlo, come molte altre cose che vorrei fare per cambiare ciò che avviene nel mondo, perché non dipende da me; e ci penso, ci penso e ci ripenso... tuttavia non posso concretizzarlo né cambiarlo.


Parlando sempre dei sogni, nella mia vita varie volte sognai di piangere molto durante essi, visto che nella realtà non lo faccio quasi mai, perché lo considero inutile e un segno di debolezza, soprattutto dopo i 20 anni, da adulti ormai. Tuttavia, quando mi capita di piangere, quelle poche volte che lo faccio è perché o accade qualcosa veramente di brutto nella mia vita oppure come sfogo dopo tanto tempo che non l'ho fatto. Da bambino piansi molto, soprattutto quando mi resi conto, quando ero ancora piccolo (non ricordo di preciso se avevo 6 o 7 anni), che un giorno i miei genitori, i miei cari e io stesso saremo invecchiati e morti; questa cosa mi distrusse e non avrei mai voluto che fosse così. Dopotutto, penso che da un lato sia stato positivo, perché almeno l'ho compreso subito, invece di doverci farci i conti più avanti; mi ha reso in parte saggio, forte dentro e segnato dalle esperienze della vita. Piansi pure quando mi fermai a pensare, per quanto potessi farlo con una mente di bambino, all'aspetto di mia nonna, che era diversa da me: non comprendevo la vecchiaia e le rughe nell'aspetto degli altri, però ci pensavo lo stesso e la cosa mi colpiva. Alla fine, però, crescendo ho compreso che questo è il capolavoro solenne, titanico, epico, duro e vero della vita, la quale è così; e per quanto noi possiamo essere forti, saggi e coraggiosi, su questo non potremo mai vincere, a parte il Signore, per chi ci crede e lo segue, come me. In fondo, che ci piaccia oppure no, questa è la vita: l'immenso poema epico e tragico del quale facciamo parte; o la si ama o la si odia, oppure tutte e due insieme. Personalmente, se avessi saputo tutto questo sin dal principio, io non avrei mai voluto farne parte; ma sono qui, vivo e ne faccio parte, dunque sono e lascio che sia, fino al giorno in cui Dio lo vorrà.

○ Il passato mi ossessiona e non riesco a non pensarci; dentro di me vorrei disperatamente raggiungerlo di nuovo, anche solo per poterlo rivivere un solo attimo. Ripensandoci, da molti anni ormai, capisco che questa è la triste e dura condizione del misero essere umano, fortificato e reso saggio ma allo stesso tempo mortalizzato e reso debole dalla sua stessa coscienza, un'arma a doppio taglio. Questo è ciò che visto e che mi ha insegnato la vita.
Per quanto lo vorremmo, infine, non c'è alcun ritorno e tutto va avanti, sempre, ed è allo stesso tempo già accaduto.

“There is no going back, I can't stop feeling now... I am not the same, I'm growing up again... There's no going back, I can't stop feeling now... Feeling now...

La vita è un attimo fugace e fatale nell'eternità.



— VI) 30 settembre 2022 


○ È passato un anno da quando pubblicai un mio piccolo video personale e omaggio dedicato ad un grande personaggio storico che mi ha affascinato e che ho stimato sin da ragazzino: Annibale Barca, il più grande genio militare dell'antichità, a mio parere.

○ Questo è il video in questione che realizzai:


Libyssa, 183 avanti Cristo —

Gloria e onore ad Annibale Barca, valente generale cartaginese (274 a.C.  183 a.C.). Riposa in pace, genio militare ed eroe del mondo antico.

Una zolla libyssa ricoprirà le tue ossa.

La gloria e l'attimo nell'eternità furono di Annibale quando sconfisse i romani nella celebre battaglia di Canne (il 2 agosto del 216 a.C.), il suo più grande capolavoro militare. Il prode Annibale inflisse all'esercito romano la sua più grande disfatta.
Questo è il capolavoro della vita, con tutti gli eventi storici e i secoli che hanno caratterizzato le sue numerosissime pagine.

○ Mi ricordo che quel video fu l'ultimo che caricai sul mio vecchio canale principale, di cui resta soltanto questo screenshot come ricordo:


Tristezza, ripensandoci... Almeno ho sempre fatto quello che mi andava di fare, con passione, sincerità e desiderio di aiutare ed informare gli altri attraverso i miei video, raggiungendo un bel traguardo, alla fine. Quello fu il mio canale e quella fu la mia storia su YouTube.

○ Ho sempre amato lo studio della storia, soprattutto di quella antica. Delle volte, mi piacerebbe avere una macchina del tempo a forma di TV oppure di monitor del computer in grado di farmi tornare nel tempo a piacere, gustandomi così gli eventi storici famosi visti da ogni angolazione: le battaglie storiche; i trattati diplomatici; la creazione delle opere architettoniche ed artistiche celebri; etc, con il sottofondo musicale che preferisco. Per esempio: avrei tanto voluto gustarmi il filmato originale della famosa battaglia di Alesia con qualche soundtrack celebre che amo come sottofondo; sarebbe stato il massimo per me. Da una parte, mi sarebbe anche piaciuto intervenire direttamente nelle battaglie e bloccare il tempo, prima che gli uomini morissero, impedendo così gli spargimenti di sangue e trasportandoli altrove, nelle loro case, dalle loro famiglie.
A mio parere, la ricerca del sapere e dell'arte è una pura forma di nutrimento sia della mente che dell'animo.

Nella mia vita ho sempre amato pure l'epico e il dare importanza alle emozioni e ai rari e unici attimi che la vita ti offre; saperli cogliere e apprezzare è per me una dote rara, preziosa e da amare nelle persone, poiché esse fanno loro il proprio vissuto, lo sanno cogliere e lo apprezzano.


 Nell'affacciarci verso immutati orizzonti, i sospiri argentei del tempo svaniscono;
   ogni cosa che compone il tutto nasce da un'emozione: essa si tramuta in pensiero ed il pensiero, se forte, vero e vivo in noi, in seguito, si concretizza in azione, all'albore del principio;
   la grande tela della vita è dipinta e permeata dai colori delle strade intraprese da tutti noi: ognuno con la propria meta, con i propri sogni e con i propri ricordi, come in un immenso, brillante e prezioso mosaico, caratterizzato da infinite sfumature impossibili da quantificare e da descrivere attraverso delle mere parole;
   l'eclissi del primo respiro si illumina e si spalanca all'improvviso, come l'arrivo e lo scrosciare della pioggia, cadendo e portando con sé attimi colmi di emozioni e di ricordi;
   lo schermo che riprende la nostra vita, come la cinepresa di un film dal finale incerto, vivido e non conosciuto da nessuno, la quale ci accompagna come un'ombra, nostra gemella per tutta la durata della nostra esistenza, sfarfalla ancora;
   e noi siamo là, vivendo attraverso un istante d'eternità.

— Lettera all'anima ~ Gli Echi nella Memoria dell'Eternità — La PΛUSΛ EPICΛ III ~ KΛΣUΣ PΛTHOΣ 


Dio è lo Scrittore del poema epico della vita; l'uomo, invece, ne è l'interprete e lo vive e lo assapora vita dopo vita, pagina dopo pagina.



— VII) 1 ottobre 2022 

Un giorno accadde come in un sogno, iniziando tutto all'improvviso e senza rendermene conto: nacqui ed iniziai ad esistere; dopo ciò piansi, come tutti; ad un certo punto della mia vita, da bambino, ricordandolo come se fosse ieri, mi resi conto, per quanto lontanamente potessi comprenderlo con gli occhi e la mente di allora, del dolore del mondo e tacqui; infine, mi spensi e giacqui, concludendo la mia vita, che è già accaduto e deve ancora accadere, poiché noi tutti viviamo attraverso un istante d'eternità.
Dopotutto, ognuno di noi, se lo volesse, potrebbe riassumere la propria vita o il proprio sé in una sola frase oppure in un verso poetico.

   Nacqui; piansi; tacqui; giacqui


○ Da diversi anni ho sempre scelto una canzone che mi è piaciuta particolarmente in un determinato anno e che lo ha sia riassunto che rappresentato, sin dal 2014. Negli anni precedenti non ci avevo mai pensato né avevo mai sentito il bisogno di farlo.
Comunque, se dovessi elencare queste 9 canzoni, dal 2014 al 2022, sarebbero le seguenti:

1) 2014 Poles Apart  Pink Floyd;
2) 2015 The King Will Come  Wishbone Ash;
3) 2016 Lorca  Tim Buckley;
4) 2017 High Tension House  Dadamah;
5) 2018 Ano Aoi Sora ni wa Kamisama ga Sunde Iru  Yoshiko Sai;
6) 2019 Taiji no Yume  Yoshiko Sai;
7) 2020 Hateshinai Hoshi no Umi  Jun Fukamachi;
8) 2021 Teardrop (Live at MTV Studio)  Massive Attack featuring Elizabeth Fraser;
9) 2022 Vide Cor Meum  Patrick Cassidy.

Amo la musica, oltre alla ricerca musicale, e mi piace l'idea di riassumere un mio anno vissuto in una canzone che ho particolarmente apprezzato durante tale anno, riassumendolo così in un brano musicale. È molto bello ed anche profondo, secondo me.
Ci sono artisti che riassumono la propria vita in una loro opera, sia scritta, musicale oppure pittorica; questo, a mio parere, è magnifico e profondo, poiché ti consente di sublimare tutto il tuo vissuto in un'unica opera creata da te.
Ah, se le persone imparassero ad apprezzare di più l'arte, a riempire le proprie giornate con essa e con il dolce ed intimo amore verso un'altra persona accanto nella propria vita, vivremmo davvero in un mondo migliore.


Ciò che accade nella vita non è mai una coincidenza; bisogna saperne cogliere l'essenza


— VIII) 13 ottobre 2022 


«È un sogno... un sogno spaventoso... la vita.»

○ Secondo me, ripensando a quella scena profonda e riflessiva tratta da uno dei miei film preferiti in assoluto (Il gladiatore, 2000), il tutto avviene sempre attraverso un incommensurabile, invisibile e spaventoso equilibrio; poiché, sì, la vita è un sogno spaventoso.

L'aggressività e l'avversione verso il male, le ingiustizie, la menzogna e le disuguaglianze sono un qualcosa di giusto, puro e da veri forti. L'eroe si erge forte, retto e puro, guidato dalla sua invincibile emozione, dai suoi giusti ideali e dalla sua fiera audacia, combattendo e sconfiggendo tutto questo. Colui che sporca la propria bianca veste in aiuto e in difesa dei deboli, degli innocenti e degli indifesi non deve affatto vergognarsene, poiché avrà fatto il bene e avrà fatto risplendere il proprio animo. Conta ciò che abbiamo e siamo dentro, non la vana apparenza e ciò che siamo fuori.

Alla fine, io sorrido alla vita, per quanto possa essere dura e spaventosa; poiché non ho nulla da perdere né nulla può farmi paura, avendo compreso sin da bambino la sua fatalità e avendo poi scelto la via di Cristo, nella fede e nell'immortalità. Ciò che fu è stato e ciò che sarà che avvenga, fino a quando il mio cammino non terminerà.
La vita è un fugace e fatale istante nell'eternità. Tutto il resto è aria e polvere.

~ Vivere è una propria e personale interpretazione dell'inevitabilità 

C ' E Σ T L Λ V I Ǝ





Non chiedermi chi sono, giacché non lo saprai mai; dimmi chi sono: lo saprai e basta, nell'animo.
Dare sempre il massimo, senza niente in cambio.
Lode e gloria al Signore, Padre e Creatore di tutte le cose, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Feelings;
Blessings;
Greetings.
PΛTHOΣ

“Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.” “Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!” Ho un tornado nel mio cuore; ho un oceano nella mia anima

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